martedì 23 giugno 2015

GIACINTO PLESCIA Kataweb.it – Blog – tranxontologiax » Blog Archive » stringstopia | 20lines




Heidegger: l’esserevento- mal’essere è Nihil, spazialità del male nella metafisica, nel pensiero. 

Evento del male quale ontologox del malesserci Heideggerx svela l'evento-dell’essere o filogosofiax del malevento: è evento del mal’esserci,  l’esserEvento è mal’essere.

Heidegger è evento di Heideggerx in EsserevenTempora malessere Heideggerxskemale del malesserevento è Malevento del nulla“evento-dell’essere, malesserci dell’essere. AriSTOPIA   

Plex’esservento ontologox dell’eventessere è Evento mal’essere dell’eventO l’essere dell’eventesserci. Event’essere mal’essere mal’evento malevento della“metafisica”. 

venerdì 19 giugno 2015

giovedì 18 giugno 2015

GIACINTO PLESCIA gpdimonderose - kreator | gpdimonderose





giacintopia
gpdimonderose

giacintopiax....la-sublymità-disepistemica ad eventuare una nuova meta-epistemica o meglio a disvelare l’onto-evento del sublime o l’autoevento ekstatiko del sublime quale ontoeventy dell’essere-sublyme?

eventua alla presenza ontoepistemica del musagete-dismusagete in estatica con-templatezza della ontorisonanza-ontoprevisione delle muse-dismuse-attanziali e seducenti, anzi ontoattanti e introducenti l’ontoducenza della destinanza dell’essere-sublyme-dell’essere e giammai sublime dell’ente o del non-ente o del niente o del nulla: 

giacchè lì si eventua l’ontovisione dell’essere, la visione ontologica dell’essere-sublyme, la risonanza ontologica dell’aletheia dell’essere compresa solo dall’ontorisonanza del musagete mitico-dismitico-ontopoietico. 

L’epistemica o l’ontica o l’ontoteologia negano l’evidenza di quella comprensione, negano l’esistenza dell’ontovisione e ontosonanza dell’essere, giacchè per loro l’unica visione possibile è quella della mondità: la visione della mondanità è la sola realtà plausibile, anche nella transvisione clonante dei mondi possibili virtuali o immaginari: esiste per loro l’unica visione del mondo senza l’essere, senza essere o esserci alterità, ma la messa-dismessa in sublymanza della verità nell’essere-sublyme ci svela l’esistenza della visione dell’essere, dell’interesserci, dell’interessere-disinteressere. 

La transvisione della mondità vuota giacchè gli dei sono fuggiti è una visione della vivenza dis-ontoteologica e perciò onto-visione dell’esserci del musagete in ontosonanza con le muse-dismuse senza più dei-disdei fuggenti-disfuggenti. 

Ma gli dei-disdei fuggitivi-disfuggitivi non portano con sé la verità dell’essere o il canto dell’essere o l’ikona dell’essere o la poiesis dell’essere o il mito dell’essere o la gestell dell’essere, anzi quelle varietà dell’essere si sottraggono, non fuggono insieme agli dei, ma soggiornano poeticamente con le muse-dismuse in ontosonanza con la vivenza del musagete-dismusagete che cura la verità dell’essere giammai fuggita attraverso l’onto-visione dell’essere opera d’arte mai fuggita con gli dei, ma che continua ad abitare poeticamente la radura-disradura dell’essere.

Gli dei sono fuggiti dal mondo, dalla verità, dal mito, dall’epistemè, dall’esserci, dalle ikone, giammai sono fuggenti dall’essere, giacchè l’essere è indifferente di fronte all’evento della fuga-disfuga degli dei-disdei e non si lascia influenzare dalla loro fuga, infatti gli dei non sono fuggiti e mai possono fuggire dall’essere. 

Anzi l’essere non fugge mai dal mondo e men che mai dal mondo degli dei o dagli stessi dei-disdei, giacchè l’essere fonda il mondo e la mondità degli dei in fuga-disfuga. 

Tant’è che con la sua ontovisione 
ontosonanza
ontopoetante imaginaria o transvisione o transontosofia si dà e dà alla luce o si dà e dà al mondo gli dei classici o mitici o ontoteologici o eventuali o morti-risorti o immaginari, si dà e si lascia fuggire gli dei mitopoietici o si lascia sfuggire gli dei-disdei in fuga-disfuga, ma mette in sublymanza, dismette, crea l’attanza intermittente della sublymità dell’essere sublyme della creatività dell’essere-sacro, dell’essere-divino, dell’essere il dio-infuga-disfuga dal mondo e dal mito e dalla verità epistemica-disepistemica. 

L’essere si getta, si dà, disgetta nella mondità il sublyme dell’ontorisonanza-ontovisione-ontopoetante-ontoimaginaria che crea la transontosofia mitopoietica dell’evento post-mortem del divino, dell’evento del dio-che-viene-dal-nulla, dell’eterno ritorno degli dei fuggenti-disfuggenti, qui s’eventua l’ikonopoiesis o l’ikonopoietica dell’essere che si dà quale essere-del-sacro, essere-del-divino, essere-della-mitopoiesis degli dei-disdei in fuga-disfuga nel loro eterno ritorno nella sublymità del musagete-dismusa...................​

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